QUANDO LA NATURA SCUOTE L'ARTE
Si prova una sensazione di grande solitudine e nostalgia ammirando le pregevoli opere di Mariano Vasselai, scultore nato a Panchià nel cuore delle Dolomiti. Uomini stilizzati, fasciati,condizionati da una natura deteriorata e quasi irragiungibile, alberi ridotti a scheletri capaci di offrire ormai un ultimo, triste frutto: salta subito all'occhio il pessimismo per una degenerazione del rapporto ambiente-uomo ritenuta irreversibile. Ma,come disse Oscar Wilde, “il pessimista non è nient'altro che un ottimista ben informato”; cosi, Vasselai racconta che il degrado della natura è diventato uno dei temi a lui cari, dopo aver visto con i suoi occhi tanti cambiamenti negativi.
Opere che fanno riflettere dunque le sue, ma senza retorica, proprio perchè create da chi ha vissuto in un ambiente”fortunato”,da chi ha avuto un legame forte con la natura. Per la loro realizzazione Vasselai utilizza diversi materiali e tecniche, con risultati interessanti e mai banali. Il legno è la componente principale, ma usa anche pietre, bronzo e argento. Tra i suoi lavori si possono ammirare ,non solo sculture,ma anche mosaici,disegni e incisioni.
Altri temi ricorrenti che caratterizzano l'arte di Mariano Vasselai sono la maternità, vista come connubio di gioia e preoccupazione, i momenti del quotidiano, l'attacamento alla periferia e il ritorno all'infanzia, alla vita semplice e contadina.
Alcune opere si possono vedere, oltre che nel suo studio di Milano o di Panchià, anche presso la Cassa Rurale di Tesero, dove si trova una “maternità” legata alla tragedia di Stava, oppure nella Sala del Lettore del Palacongressi di Cavalese, nella Cattedrale di Andria, nella Cattrdrale di Sessa Aurunca, nella chiesa di San Francesco a Colombare di Sirmione, è suo anche il monumento agli Schutzen che si trova nei giardini di Panchià.
AVISIO di Daniela Perotto